Passa ai contenuti principali

Aquila di Lord Alfred Tennyson




Con artigli deformi la rupe afferra;
Intima del sole su desolata terra
ella si leva e l'azzurro mondo la rinserra.
A lei s'inchina la superficie increspata;
Dai suoi montani spalti ella scruta
Ed è come la folgore precipitata.

He clasps the crag with crooked hands;
Close to the sun in lonely lands,
Ringed with the azure world, he stands.
The wrinkled sea beneath him crawls;
He watches from his mountain walls,
And like a thunderbolt he falls.
©trad.Bruno Martellone-Treviso, 3/3/2012

Post popolari in questo blog

TRADUZIONI. SHAKESPEARE SONETTO 73

Quello che in me vedi è il tempo dell'anno In cui ingiallite foglie pendono dai rami e cadono rabbrividendo incontro al gelo nude rovine ove già cantavano gli uccelli. Quello che in me vedi è il crepuscolo del giorno Che ad occidente svanisce nella sera e piano piano la notte nera inghiotte ombra di morte in cui tutto si placa. Quello che in me vedi è il brillar del fuoco che tra le ceneri di gioventù giace come sul letto di morte in cui ha fine oggi consunta da ciò che la nutriva un dì. Questo di me tu vedi che l'amore tuo accresce Perché meglio tu possa amare chi lascerai tra poco. That time of year thou mayst in me behold,  When yellow leaves, or none, or few do hang  Upon those boughs which shake against the cold,  Bare ruined choirs, where late the sweet birds sang.  In me thou seest the twilight of such day,  As after sunset fadeth in the west, Which by and by black night doth take away, Death’s second self that seals up all in rest.  In me thou

Oscurità di Lord Byron

Ho fatto un sogno che non era del tutto un sogno: Il sole luminoso era svanito, e le stelle vagavano spegnendosi nello spazio eterno, senza più meta né raggi, e la terra gelata ruotava fangosa e cieca nell'aria senza luce; venne il mattino e andò e venne, ma senza il giorno, E gli uomini scordarono le loro passioni nell’incubo di questa loro desolazione; e il cuore di ognuno si ghiacciò in un'egoistica preghiera di luce: e stettero presso i fuochi dei campi e allora tutto - troni, palazzi di re incoronati, tuguri abitazioni o qualunque cosa li ospitasse tutto bruciò come fosse torcia. Città scomparvero e gli uomini vennero attorno alle case avvampanti per guardarsi in faccia per l’ultima volta; e quelli che stavano nell’occhio dei vulcani accanto alla loro montagna di fuoco erano felici: una paurosa speranza aveva preso il Mondo; le foreste presero fuoco, ma un’ora dopo l’altra crollarono incenerite, e i tronchi crepitando svanivano con un suono secco - e tutto era oscurità. Tr